Zatti crea comunità

 

 

Suor Antonieta, il dottor Harosteguy, Sig. Francisco: Sig. Zatti non è solo.

01.

Amore con umorismo

02.

Attento al bisogno

03.

Affrontare le avversità

04.

Zatti e Ceferino

05.

Zatti crea comunità

Un lavoro così grande come quello intrapreso da Zatti, alla guida dell’ospedale di San José, poteva essere svolto solo con la collaborazione di persone che si unissero al progetto di prendersi cura degli altri. Fondamentalmente, lavorare in un ospedale implica la convinzione dell’importanza del proprio contributo e l’impegno della risposta personale che deve essere data ogni giorno.

Zatti sapeva di non essere solo. Ad esempio, le infermiere erano volontarie. L’ospedale non avrebbe abbastanza soldi per pagare ciascuno di loro. Quindi questo compito era più un impegno di fede e un esercizio di carità.

Zatti contava sui confratelli della Congregazione, che facevano comunità con lui e vivevano in obbedienza ai superiori, che li incoraggiavano nel lavoro pastorale dell’ospedale. Erano consapevoli dell’immenso aiuto che la loro presenza portava alla città di Viedma e alla zona circostante.

Tra loro c’erano i coadiutori Massini e Rébola – rappresentati nel film dal collaboratore di Zatti, Sig. Francisco – i padri Pestarino, Pedemonte, Vespignani, Manachino e lo stesso Garrone, loro direttore e maestro. Anche padre Carlos Pérez – interpretato nel film da padre Carlos – che sarebbe poi diventato il primo vescovo di Comodoro Rivadavia (1957-1963) e successivamente il secondo arcivescovo di Salta (1964-1984). Pérez fu superiore provinciale negli ultimi anni di vita di Zatti.

Tra i laici, possiamo citare la signorina María Luisa Picarel, che in seguito divenne religiosa. I dottori Harosteguy, Ecay, Sussini e Mori. Tra le sue infermiere di particolare rillevo figurano Noelia Moreno, María Ervín, Clara L. de Ortíz, Clara Albrizio, Leopolda Benedettelli, Marcelina Sayhueque, Andrea Morales, Maria Danielis, Teodolina Acosta, Maria Peñiñori, Eulogia Coronel, Felisa Baté, Margarita Paz. Tra i grandi collaboratori maschili si distingue Telésforo Iturralde.

Tra le Figlie di Maria Ausiliatrice c’erano Eugenia Galli, Ana Pánzica, Anunciada Tolomei, Severina Teghile, María Graña, María Méndez. E per soli due anni, la Serva di Dio Antonieta Bhom, rappresentata in questo film.

I momenti salienti del cortometraggio mostrano Zatti insieme ad alcuni personaggi che rappresentano la grande Famiglia Salesiana di quel tempo e in quel contesto di Congregazione, in un ambiente fortemente missionario.

Quando Zatti si accorge dello sfratto, è padre Carlos a informarlo e a promettergli di essere sempre al suo fianco.

Al servizio dei poveri, quando serviva la minestra alla signora Lucia e a suo figlio Ignazio, lo faceva con il coadiutore, Sig. Francisco.

A Francisco dice: “Sosteniamo questi muri”, riferendosi al lavoro per evitare che l’ospedale venga demolito.

C’è una doppia interpretazione di questa frase. Il primo è quello di chiedere aiuto al compagno e anche fratello per cercare insieme una soluzione al problema. Il secondo riguarda il “Poverello” di Assisi, San Francesco.

Come ben interpretato da Papa Innocenzo III, San Francesco avrebbe la missione di sostenere la Chiesa, intendendo che questa affermazione parla della sua vita e della sua missione tra gli uomini, e non delle mura stesse. Zatti, invece, vuole evitare un crollo.

Vorrà farlo fino a quando, alla fine del cortometraggio, si renderà conto che la sua vita, segnata da una carità senza limiti e circondata da chi vuole condividere e vivere il Vangelo con lui, è l’unica cosa che conta. I muri non contano più. Lì Zatti capisce, davanti a questo giovane morente ma sereno, che ciò che conta è essere un testimone del Vangelo nella missione salesiana.

Zatti non si limita a cercare soluzioni al problema dello sfratto (chiede soldi in banca, va dai politici, cerca alternative): non rinuncia a rivolgersi alla preghiera personale e comunitaria. Vive l’Eucaristia in comunità. Prega con i suoi confratelli. Zatti non è un “cecchino” o un “lupo isolato”. Conosce il lavoro di squadra. Comunità. Progetto. Fratelli.

Tutta la Famiglia Salesiana intorno a Zatti si propone di fare del bene agli altri con il bel gesto di andare in bicicletta, come il suo ispiratore e guida. Non hanno più bisogno di muri, né di molti dibattiti, né di schemi analitici, né di calcoli previsionali. Semplicemente pedalando insieme, in bicicletta, pieni di gioia, testimoniando il Vangelo del Risorto.